Tanto tuonò che sulla magistratura non piovve
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Tutti riconfermati i procuratori pubblici uscenti, con l’unica eccezione di Andrea Minesso, che ha deciso di non ricandidarsi e al quale subentra, nella magistratura ticinese, Francesca Nicora (che ha ottenuto 70 voti).
Moreno Capella 72 | Claudio Luraschi 71 |
Petra Canonica Alexakis 70 | Francesca Nicora 70 |
Daniele Galliano 68 | Andrea Gianini 68 |
Pablo Fäh 67 | Nicola Respini 64 |
Arturo Garzoni 64 | Chiara Borelli 61 |
Raffaella Rigamonti 61 | Valentina Tuoni 60 |
Andrea Maria Balerna 59 | Roberto Davide Ruggeri 57 |
Pamela Pedretti 51 | Zaccaria Akbas 48 |
Anna Fumagalli 47 | Francesca Piffaretti-Lanz 47 |
Margherita Lanzillo 46 | Marisa Alfier 45 |
Riconfermati anche i cinque procuratori severamente bacchettati dal Consiglio della magistratura il quale ha speso parole a tratti durissime contro alcuni di questi: un caso, in particolare, fa molto riflettere. Nel descrivere le attitudini di un procuratore in particolare, il Consiglio della magistratura ha sostenuto che potesse mettere a rischio l’immagine della giustizia ticinese. Tra le pecche riscontrate, e qui il discorso riguarda più procuratori, c’è l’eterno procrastinare, le poche capacità tecniche e mancanza di oggettività. Se il nostro meccanico avesse un profilo simile, con ogni probabilità, faremmo riparare l’automobile altrove. Il meccanico possiamo sceglierlo, i procuratori no. Li sceglie il parlamento.
Il parlamento ha parlato
In linea con il parere della commissione Giustizia e diritti che ha fatto spallucce davanti al parere preventivo del Consiglio della magistratura, il parlamento – riunitosi a Mendrisio il 14 dicembre – ha riconfermato tutti i procuratori candidati. Le cose sono due: o il parlamento risponde a logiche di partito (e non alle necessità delle istituzioni e quindi dei cittadini) o il Consiglio della magistratura è avulso dalla realtà.
In conclusione
Non c’è alcuna garanzia, viste le pesanti critiche mosse dal Consiglio della magistratura a cinque procuratori, che la giustizia sia in buone mani.
La riconferma del procuratore generale Andrea Pagani è avvenuta come da previsioni. A lui 57 voti favorevoli. Ci si chiede anche, ma il quesito in questo caso è persino un paradosso, come si possa riconfermare la carica di chi, pure avvalendosi di cinque collaboratori tanto inaffidabili, non abbia mai preso posizione in merito. Oppure, e non è un’ipotesi da scartare, chi subisce ingerenze tanto pesanti e ingiuste da parte del Consiglio della magistratura, senza mandare un segnale forte. I cinque procuratori o sono inadatti (e Pagani dovrebbe farlo notare) oppure sono adatti e il Consiglio della magistratura non sa fare le valutazioni (in questo caso Pagani dovrebbe dire la sua).